La nozione di “intermediario culturale” è stata introdotta da Pierre Bourdieu nella Distinzione. Studiando la società francese degli anni sessanta, egli aveva individuato un campo professionale in ascesa il cui compito consisteva nella divulgazione della cultura legittima. Una missione disperata, mancando ai suoi componenti l’«autorità statutaria» per portarla a compimento (Bourdieu 1979b, 333). Questi volenterosi erano, fondamentalmente, i critici e i giornalisti attivi nei mezzi di comunicazione di massa: stampa, radio e televisione. Bourdieu li definiva “nuovi” intermediari culturali per distinguerli dai tradizionali specialisti che svolgevano questo ruolo nelle sedi legittime (scuola e università), e li collegava alla piccola borghesia, reverente verso la cultura legittima ma incapace di padroneggiarla con la disinvoltura propria delle classi sociali dotate dell’habitus adeguato.
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